martedì 27 novembre 2007

Next generation

Ieri sera ho guardato una piccola parte di Exit su La7. L'argomento di quella parte: gli adolescenti ed il loro rapporto con il sesso, condito di racconti di video fatti col telefonino e poi pubblicati su youtube.
Non intervengo sulla discussione. Mi sono, però, chiesto quanto gli attuali genitori paghino il gap tecnologico con i propri figli. Tanto per fare un esempio: se una volta i genitori sbirciavano nel diario dei ragazzi in loro assenza, ora sono in grado di accedere ai loro blog?

Pacco regale

E' notizia di questi giorni che i savoia (rigorosamente con la lettera minuscola) ci, e sottolineo ci, hanno chiesto un risarcimento per l'esilio (l'articolo su repubblica).
Non c'è più limite alla decenza. Ma, dico io, a parte le motivazioni (!?) e le discussioni che si possono fare a riguardo, vi sembra carino chiedere i danni a chi vi fatto rientrare dall'esilio?

P.S. Da tenere presente nelle valutazioni personali e per constatare
ancora una volta che la legge è uguale per tutti e per qualcuno è sempre più uguale: emanuele filiberto è un immigrato extracomunitario clandestino. Per dire.

venerdì 23 novembre 2007

Fuori sincrono

Il tempo scorre senza chiederci il permesso.

Quante volte ci è capitato di pensare che andasse troppo veloce rispetto a noi?

Quante volte avremmo voluto una pausa?

Alla base di queste riflessioni c'è la concezione del Tempo come grandezza assoluta cui noi facciamo riferimento. Ribaltando questo concetto, però, sulla base della Teoria della Relatività Ristretta di Einstein (oggi voglio fare o' professore) e considerando il tempo come grandezza relativa, relativa alla velocità (dt=ds/v), possiamo affermare che il tempo è una funzione 'locale' di un determinato sistema preso come riferimento. Si potrebbe affermare che il tempo dipende dal movimento, dal movimento di ciascuno di noi.
Dalla Fisica alla Filosofia il passaggio è breve: ognuno di noi determina il proprio tempo, nessuno è fuori sincrono in assoluto, ma lo è rispetto agli altri, se questi sono in moto ed il loro moto ha una velocità differente.

Intanto il tempo scorre ancora ed io ho un mucchio di cose da fare.

giovedì 22 novembre 2007

Grazie

Ringrazio il mitico marbe per avermi/averci citato nel suo blog.
Un onore per me.

Confusione

Nell'ordine: nasce il Partito Democratico, poi Berlusconi annuncia che Forza Italia confluirà nel nuovo Partito del Popolo Italiano delle Libertà (PPIL, avesse aggiunto Unificate avrebbe raggiunto Albanese nel Partito du' PILU). Oggi Fini pensa all'alleanza con l'UDC per un soggetto che aderisca al PPE (articolo su repubblica).
Si diceva fino a poco tempo fa che l'Italia è un paese anomalo in quanto alle elezioni si presentano da un po' ben due partiti che si richiamano al comunismo. A nessuno, invece, "fa specie" il proliferare di partiti di centro?
Propongo di votare in massa per Mastella alle prossime elezioni: in fondo al peggio non c'è mai fine e forse così, dopo, sentiremo il bisogno di svoltare. Se così non fosse, almeno i vari Prodi e Berlusconi, a confronto, ci sembreranno degli statisti.

lunedì 19 novembre 2007

Odio il lunedì

Come ogni lunedì, anche stamattina ho fatto una gran fatica a buttarmi giù dal letto per andare a lavorare. E' quasi mezzogiorno ed ancora, dopo due caffè, faccio fatica ad elaborare pensieri di senso compiuto, sono di cattivo umore e soffro la mancanza di sonno. So di non essere l'unico, ma di godere di buona compagnia (c'è chi si definisce addirittura "lunedìpatico"). Ho provato a pensare a svariate soluzioni per risolvere questo problema (settimana di sei giorni, giorni di 28 ore ed amenità simili): il tutto solo ed esclusivamente per non pensare che è inesorabilmente ancora lunedì!

venerdì 16 novembre 2007

Emigrante? No, turista

Rispondeva più o meno così Massimo Troisi nel suo celebre primo film "Ricomincio da tre" per ironizzare su un vecchio stereotipo che vuole che un meridionale al Nord sia un emigrante.

Una ricerca della Svimez, (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno), che prende in esame la mobilità territoriale, la condizione professionale e occupazionale dei laureati meridionali a tre anni dalla laurea, sostiene che per i neolaureati meridionali mancano alternative; le partenze negli ultimi anni sono triplicate, mentre chi resta si affida a conoscenze e raccomandazioni per cercare lavoro. (L'articolo su repubblica.)

Non so cosa significhi lasciare la propria casa per cercare lavoro. Il mio è stato un percorso differente, ho attraversato l'Italia in direzione Nord per frequentare l'Università, carico di sogni e speranze. Non avevo preso in considerazione l'idea di trapiantarmi (ero un "turista per studio"). Ho avuto la possibilità di abituarmi ad un altro ambiente gradualmente; prima gli studi, poi il lavoro, infine il matrimonio. Adoro Bologna, intendiamoci, adoro anche i suoi difetti, ma resta pur sempre una matrigna (nel senso buono del termine) per me. Per questo non posso capire cosa possa significare partire per cercare lavoro, con quali speranze, quali sogni (non possono essere uguali ai miei).

Mi è capitato spesso di sentire usare da alcuni miei conterranei termini dispregiativi nei confronti di chi (a loro dire) ha abbandonato le proprie radici per effettuare una scelta semplice.
Già, come se davvero fosse semplice.

Mi è capitato spesso anche di sentirmi fare da alcuni miei concittadini d'adozione domande del tipo: "Se ti manca il tuo paese, perchè non torni a viverci?".
Già, come se davvero fosse facile.

mercoledì 14 novembre 2007

Pensiero laterale

Ovvero un gancio della mente. "Con il termine pensiero laterale, coniato dallo psicologo maltese Edward de Bono, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema." (da Wikipedia).
Tecniche di pensiero laterale vengono applicate per sviluppare le capacità creative delle risorse umane aziendali finalizzate ad ottenere un miglior approccio al problem solving.
Addirittura ho trovato un articolo in cui si applicano tecniche di pensiero laterale per rileggere da angolazioni diverse uno dei miei fumetti preferiti, Watchmen (a coloro i quali non l'avessero letto lo consiglio vivamente).
Mi piace pensare (presuntuosamente) che, nel momento dinamico in cui prende forma nella mia testa un'opinione su di una situazione, io sia capace di sfruttare il pensiero laterale per guardare, anche attraverso le opinioni degli altri, uno dei tanti angoli da cui la situazione stessa non è stata presa in considerazione.

Rassegna stampa:
"Governo e maggioranza sono stati battuti in Senato su un emendamento del senatore di An, Giuseppe Valditara, relativo all'articolo 52 della Finanziaria sull'istituzione di un fondo di 550 milioni per incrementare il finanziamento delle università. L'emendamento, approvato con 161 sì, 152 no e 3 astenuti, puntava ad aumentare di 40 milioni il fondo per aumentare l'assegno di dottorato di ricerca."

"Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, si è invece detto contrario all'articolo che fissa un tetto agli stipendi dei manager pubblici: «L'Udeur voterà contro», ha detto il Guardasigilli, argomentando anche con ragioni di incostituzionalità la sua contrarietà."
(Fonte: il corriere).

Direi che, in questo caso, non basta (o magari non serve?) il pensiero laterale per farsi un'opinione completa.

lunedì 12 novembre 2007

La legge è uguale per tutti?

Frequentemente ognuno di noi si trova ad affrontare persone in cui trova atteggiamenti molto difficili da comprendere. Persone arroganti, superficiali, presuntuose cui spesso queste aggiungono come aggravante l'ignoranza. Evitare il contatto, ridurre le dosi di esposizione alle loro cazzate non è poi così semplice come si vorrebbe far credere. Soprattutto quando gli errori (chiamiamoli così) di questa categoria di persone sono per noi causa di danno. Purtroppo non c'è alcuna legge che mi consenta di vietare il reiterare di questi errori al mio vicino di casa per evitare che mi piova in casa per l'ennesima volta, così come non c'è legge che possa far internare l'attuale classe politica per aver perseverato nei propri sforzi.

Chissà poi quante persone pensano altrettanto di me....
Occorrerebbe ricominciare ad imparare il rispetto per gli altri, cosa che io considero la più alta forma di libertà e la prima forma di educazione.

A proposito della legge, si dice che ieri, correndo, abbia inciampato e perso colpi... (articolo sul corriere).

Ultimamente ho i brividi se penso al contesto che mi circonda.

P.S. Riguardo l'accaduto riportato nell'articolo del corriere, ci tengo a precisare che non sto giudicando le persone coinvolte (non ne ho i mezzi nè tantomeno conosco i fatti). Mi limito a constatare un senso di impotenza di fronte ad eventi in cui le verità sono molte, cucite sulla misura di chi le racconta e nessuna di queste pienamente soddisfacente.

mercoledì 7 novembre 2007

O famo strano?

Un giorno si e l'altro pure si parla di modificare la legge elettorale, per garantire maggiore governabilità e soprattutto ridurre il numero di partiti. I nostri politici si riempiono la bocca dei modelli più svariati: "alla tedesca, alla francese, all'americana, io sopra e tu sotto, etc..." senza mai trovare un accordo più o meno unanime.

Ieri sera ho guardato Ballarò meno di dieci minuti, ma ho fatto in tempo a scoprire che i finanziamenti ai partiti
(pardòn, "rimborsi elettorali") durano l'intera legislatura, anche se questa termina in anticipo! Questa mi mancava davvero.

Mi chiedo: modificando il sistema di accesso al finanziamento (oggi mi pare di capire lo ottengono anche le liste che non hanno eletto nessun parlamentare) e costringendo al ricorso alle urne quei parlamentari che intendono cambiare il gruppo parlamentare rispetto a quello grazie al quale sono stati eletti, i partiti/fondazioni personali avrebbero ancora necessità d'esistere?

lunedì 5 novembre 2007

Sono anch'io un dopato?

Ieri pomeriggio sono andato in palestra armato di lettore mp3. Da poco avevo appreso la notizia che la federazione americana di atletica ha messo al bando l'uso di auricolari e riproduttori di musica portatile nelle competizioni ufficiali perchè darebbero un vantaggio competitivo (l'articolo sul sito di repubblica). Bisogna ammettere che effettivamente la musica riesce a dare la giusta carica, a distrarre l'attenzione quel tanto che basta da non far sentire la fatica (più o meno...), ma da qui a definirlo doping direi che ce ne passa. Anche perchè, come nel mio caso, ieri più del lettore mp3 ha potuto la "sana competizione": ero al tapis roulant di fronte lo specchio e di fianco avevo un tizio che voleva correre più di me, abbiamo sùbito incrociato gli sguardi in segno di sfida e poi.... sono arrivato a casa in carriola. Distrutto, spezzato, sfiancato. Ma davvero mi sono dopato?